E' stata pubblicata ieri la sentenzza 4694/12 della Corte di Cassazione sul tema dell'accesso abusivo al sistema secondo cuicommette il reato di accesso abusivo al sistema informatico chi pur possedendo credenziali valide le utilizza fuori dagli scopi per cui gli è stata fornita, quindi illecitamente.
E' i caso di un carabiniere che disponendo dell'accesso al database investigativo riservato agli appartenenti dell’Arma (S.D.I. “Sistema di Indagine”), se ne era servito fuori da un contesto di indagine di servizio per fini privati.
I Giudici Ermellini, hanno sottolineato come la sentenza “integra la fattispecie criminosa di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico protetto, prevista dall’art. 615-ter cod. pen., la condotta di accesso o di mantenimento nel sistema posta in essere da soggetto che, pure essendo abilitato, violi le condizioni ed i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite dal titolare del sistema per delimitarne oggettivamente l’accesso. Non hanno rilievo, invece, per la configurazione del reato, gli scopi e le finalità che soggettivamente hanno motivato l’ingresso al sistema”. il testo della sentenza a link http://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2012/02/cassazione_4694_2012.pdf
La sentenza richiama ad un uso responsabile e consapevole degli strumenti informatici e delle abilitaizoni di cui incaricati e funzionari dispongono, ma rischia di intrudurre grosse rigidità nelle istituzioni e nelle aziende; rendersi disponibili a fare talune operazioi (ache per sostenere il business) rischia di diventare una trappola da 615 c.p.p se non si dipone di una specifica richiesta o incarico che tueli l'inaricato. Tutto questo hai il sapore di un rafforzamento dell'impianto dlgs 231 che invece viene sistematicamente aggredito e smantellato al grido di misure di semplificaizone per le aziende.
un interessante analisi del testo e dei suoi risvolti è stata condotta anche dall'Avv. Deborah Bianchi sul portale Persona e Danno: