in una intervista di questi giorni il comandante della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, Antonio Apruzzese, ha parlato di 113 online e di volanti del web: "Pensate alle volanti che girano per le strade. Ecco, funzionerà così. Nasceranno delle volanti anche per Internet, la polizia girerà sul web e monitorerà i social network pronta ad intervenire contro gli abusi, le diffamazioni, i falsi profili…"
In Italia ci si sveglia solo quando sono presi di mira personaggi noti, caso Boldrini, quante donne sono tutti i giorni oggetto di diffamazione, stalking, sexting su social network e in generale in Internet? Perchè ci si accorge solo ora che forse è necessaria una dimensione digitale dei servizi di pubblica sicurezza?
E in ogni caso anche per le volanti del web ci vogliono risorse economiche per perlustrare giorno e notte un universo che non ha confini ed è in continua espansione. E poi, la diffamazione e il "furto di identità" (che come imputazione non esiste) non sono perseguibili d'ufficio, un profilo su facebook non ha la valenza di una carta di identià falsa, che senso ha scoprirli se poi non si possono perseguire?
E' necessario che si lavori in silenzio e fuori dall'onda mediatica. E' il momento che si avvii la globalizzazione dei sistemi di indagine, di analisi scientifiche e forensi. Condividere a livello mondiale tecniche e metodi di indagine forense in ambito informatico e digitale garantisce la perseguibilità dei reati; annunciare le gazzelle del web riempe solo i giornali.